I ricercatori dell'Istituto per il cervello e disturbi immunitari, Minneapolis Medical Research Foundation, Hennepin County Medical Center, e la University of Minnesota Medical School di Minneapolis hanno condotto uno studio in vitro con linfociti T CD4 +. Queste cellule esprimono recettori degli oppioidi e sono le cellule principali interessati dal virus HIV.
Le cellule sono state ottenute dal sangue di individui HIV-1-sieronegativi e poi infettati con HIV-1. Le cellule sono state incubate per 4 giorni con AZT, indinavir, naltrexone o combinazioni di farmaci. HIV-1 p24 livelli di antigene sono stati misurati utilizzando un test immuno-enzimatico. I ricercatori hanno scoperto che naltrexone sola non ha avuto effetto su HIV-1 da parte delle cellule, ma quando il farmaco è stato aggiunto alle colture cellulari contenenti AZT o indinavir, l'attività antivirale di questi farmaci è aumentato.
CHE COSA SIGNIFICA: Naltrexone è un nuovo approccio per il trattamento dell'HIV, poiché sembra indirizzare le cellule infettate con il virus piuttosto che il virus stesso, a differenza di farmaci trattamento attuali.
Lo studio NIDA-finanziato, condotto dal Dr. Phillip Peterson, appare nel numero di novembre 2001 del Drug and Alcohol Dependence.
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